Renato Zero, il mio unico mito…

Volevo condividere con voi la mia gioia di oggi: dopo 25 anni torno a vedere il mio unico mito della canzone, Renato Zero. Ricordo ancora i suoi meravigliosi concerti al Teatro Tenda…si andava dalla mattina per poter prendere il posto per terra vicino al palco, e si aspettava fino alla sera, felici! Per me lui non è solo un cantautore, per me è un maestro di vita. Con le sue canzoni, i suoi testi, mi ha insegnato a crescere e a scegliere tra il bene e il male, a distinguere la strada giusta da quella sbagliata. A dire no alla droga, no all’amore venduto, no alla violenza, si all’amore vero, si alla fratellanza, si all’altruismo. Mi ha insegnato che spesso travestirsi è solo un modo per nascondere la propria timidezza e che un abito non basta per giudicare! Mi ha insegnato a lottare e a non arrendermi mai! Non esagero se dico che Renato, in un momento delicato della mia adolescenza, è riuscito, attraverso le sue canzoni, a non farmi commettere gesti drammatici, penso che ogni adolescente possa attraversare delle crisi di identità, io ho superato brillantemente tutto grazie a lui. Devo molto a Renato, anche se ogni volta che l’ho incontrato non gli ho mai raccontato tutto nel dettaglio, mi sono sempre limitata a parlargli e sorridergli, ipnotizzata dal suo sorriso. Non ho mai avuto altri beniamini, apprezzo altri artisti, italiani e stranieri, ma Renato per me rimane l’univo vero grande amore. Sono emozionata perché oggi è come se tornassi bambina, ancora ricordo il primo LP in vinile che mi regalarono, “Trapezio”, avevo 9 anni, è stato un amore a prima vista e primo ascolto…

trapezio

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